West Nile, ormai sono già 123 i casi umani accertati in Italia
Nelle ultime settimane, dalla comparsa cioè dei primi casi sporadici, abbiamo avuto modo di parlare più volte del Virus West Nile e purtroppo siamo ancora qui a parlarne perché i casi continuano ad aumentare.
Come spiega il sito del Centro Nazionale Sangue dell’Iss, questo virus si trasmette attraverso la puntura di una zanzara di genere Culex, presente da tempo in Italia, con i primi ‘avvistamenti’ del Wnv che risalgono al 1998.
Il virus West Nile ha solitamente un decorso benigno, eccetto i casi in cui ad essere infettata è una persona già in condizioni di salute critiche per cause preesistenti.
Nella maggior parte dei casi, infatti, l’infezione non provoca neppure la comparsa di sintomi, oppure si manifesta con sintomi lievi simili a quelli dell’influenza.
Soltanto in casi rari, soprattutto se ad essere infettate sono persone anziane o con alterazioni del sistema immunitario, si possono presentare forme più gravi, con sintomi di tipo neurologico.
Per quanto riguarda la situazione attuale, il numero di casi registrati in Italia ha già superato quello dell’intero 2017, e nel nostro paese si contano già diversi morti per la patologia, l’ultimo dei quali registrato nelle scorse ore.
Secondo il bollettino dell’Ecdc, il Centro Europeo di Controllo delle malattie, aggiornato al 9 agosto, dall’inizio dell’epidemia l’Italia ha segnalato 123 casi umani sui 231 totali, la Grecia 59, la Romania 23 e la Francia 2.
All’organismo sono stati notificati sette morti, tre in Italia, tre in Grecia e uno in Romania, ma il conto almeno per il nostro paese è destinato ad aumentare ulteriormente.
Solo in Veneto finora sono 84 i casi ufficialmente registrati di contagio umano dal virus della febbre del Nilo. Di questi 84 casi, 59 sono lievi, e hanno come effetto febbri più o meno alte e durature, e dei quali 59 ‘lievi” (con febbri) e 25 sono casi più gravi con sviluppo di encefalite.
I morti, finora, sono 3.
A fare il punto della situazione rispetto alla diffusione del virus trasmesso dalla zanzara ‘culex’ è l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto.
«I nostri esperti – spiega Coletto – riferiscono trattarsi di una situazione particolarmente intensa rispetto agli anni scorsi, la cui virulenza potrebbe essere stata aiutata dal clima caldo e umido delle ultime settimane. Tutto, peraltro, è monitorato minuto per minuto ed è assolutamente sotto controllo, motivo per cui non è il caso di parlare di un particolare allarme».
«Il Piano regionale contro le arbovirosi 2018 – precisa l’assessore – è attivato e attuato in tutte le sue parti. Le Ulss e i sindaci collaborano e si tengono in costante contatto e le iniziative che si rivelano necessarie, come interventi di disinfestazione straordinaria, vengono effettuati. L’attenzione nelle strutture ospedaliere fa sì che nei pronto soccorso ogni diagnosi tenga conto della possibilità che certi sintomi possano essere riconducibili alla West Nile e che le cure possano quindi scattare con immediatezza ed efficienza».
Per Coletto «è importante che la gente mantenga un comportamento attento, seguendo anche le più banali istruzioni per difendersi dalle zanzare, come l’uso di repellenti per il corpo e per gli ambienti, indossare abiti leggeri con pantaloni e maniche lunghe, evitare di creare situazioni di stagnazione d’acqua nei giardini e nei vasi di fiori, utilizzare zanzariere alle finestre», conclude.