Hubble fotografa l’evidenza dell’espansione dell’universo
Lo Hubble Space Telescope (HST), l’ormai famoso telescopio spaziale, fotografa l’evidenza dell’espansione dell’universo.
Che cosa è l’universo e come lo percepiamo? Quando è nato, e qual è la sua evoluzione? Domande che ci siamo sempre fatti, e probabilmente, in maniera diversa e con strumenti culturali diversi, continueremo a farci ance nel futuro.
Quando avremo a disposizione strumenti di rilevazione ancora più avanzati e precisi, forse riusciremo a dare un maggior grado di certezza alle nostre domande. E non è nemmeno detto che quello finora conosciuto, sia pur parzialmente, sia l’unico universo che esista. Ce ne possono essere altri dei quali non abbiamo contezza; e ci possono essere pure degli universi estremamente piccoli, che pure non conosciamo, e chissà per quanto tempo non riusciremo a conoscere.
Nel frattempo godiamoci quello che riusciamo a vedere, utilizzando un paio di caratteristiche tipiche della razza umana, anche se non uniche: la ragione e la curiosità. Finché questi due aspetti importanti della vita dell’uomo esisteranno, e resisteranno, anche in mezzo all’imbecillità dilagante, avremo la possibilità di migliorare, di andare avanti.
Ma qualche cosa in fondo la sappiamo. Sappiamo ad esempio del Big Bang, che è la teoria più accreditata sulla nascita e l’evoluzione dell’universo. Sappiamo che tutto è nato all’incirca 13,7 miliardi di anni fa, appunto, a seguito di un’immane, inimmaginabile esplosione. I calcoli matematici, la fisica e le osservazioni su varie lunghezze d’onda, ci hanno permesso di arrivare a queste conclusioni.
E sappiamo anche che l’universo è in espansione. Questo possiamo determinarlo con una certa precisione analizzando la luce che proviene dalle galassie, le quali tendono a scappare, ad allontanarsi l’una dall’altra. Tramite l’analisi operata utilizzando il cosiddetto effetto Doppler, siamo riusciti a vedere che la luce proveniente da questi oggetti lontanissimi, tende a spostarsi verso il rosso e non verso il blu; la qual cosa indica che le galassie tendono ad allontanarsi.
Il segreto sta nel capire che le osservazioni, o meglio, rilevazioni, vanno fatte non solo sulle lunghezze d’onda della luce visibile, ma anche su altre frequenze che riusciamo a percepire tramite strumenti particolari. Ecco che così il famosissimo telescopio spaziale Hubble, è stato messo in condizione di scrutare lo spazio sulle lunghezze d’onda delle radiazioni ultraviolette. Il telescopio Hubble, come noto, si trova al di fuori dell’atmosfera terrestre, in una condizione che gli consente di fare delle riprese assolutamente eccezionali per nitidezza.
Hubble ha da poco effettuato una ripresa su queste frequenze, catturando un’immagine davvero straordinaria, a larghissimo campo, nella quale si contano circa 15.000 galassie, 12.000 delle quali composte in buona parte da stelle in formazione. E, infatti, la radiazione ultravioletta consente di osservare lo spazio da un punto di vista particolare, quello dell’evoluzione delle galassie, e quindi, sia pure in piccolo, dell’evoluzione dell’universo.
Tramite questo scatto, si è potuta catturare la luce proveniente da galassie estremamente distanti, quasi undici miliardi di anni luce da noi. Questo vuol dire che la luce proveniente da questi oggetti, ha impiegato 11 miliardi di anni per arrivare fino a noi. Considerando che la luce viaggia a circa trecentomila chilometri al secondo, ognuno può capire l’ordine di grandezza delle misure che stiamo considerando.
A onor del vero, però, bisogna dire che Hubble non è stato l’unico telescopio ad aver contribuito al risultato finale della ripresa. In realtà, come succede spesso, l’immagine finale è il risultato di più riprese fatte anche da altri telescopi, che magari operano su altre frequenze e in locazioni completamente differenti, sia terrestri che spaziali.
Il telescopio spaziale Hubble è il frutto della collaborazione fra la Nasa e l’Esa, l’Ente Spaziale Europeo. La missione viene però controllata dal Goddard Space Flight Center, che si trova nel Maryland, a Greenbelt. Per quanto ne sappiamo, la missione di Hubble durerà ancora per un certo tempo.