Il recupero dati da un hard disk: la guida

Il recupero dati da un hard disk: la guida

Il recupero dei dati può essere definito come un processo per ottenere le informazioni che si trovano su un dispositivo di archiviazione a cui non è possibile accedere con i mezzi standard a causa della sua precedente cancellazione o di determinati danni al supporto digitale.

Vengono utilizzati approcci diversi per recuperare i file mancanti, a condizione che il loro contenuto sia presente da qualche parte all’interno del disco. Ad esempio, il ripristino dei dati non copre le situazioni nelle quali un file non è mai stato scritto in un hard disk, come i documenti che sono stati creati ma che non è stato possibile salvare a causa di un’interruzione di corrente.

In generale, le tecniche di recupero dei dati si dividono in due tipi: basate su software e quelle che comportano la riparazione o la sostituzione dei componenti hardware danneggiati in un ambiente di laboratorio.

Un approccio basato su software viene impiegato nella maggior parte dei casi e prevede l’uso di tool specifici e, spesso, creati ad hoc, in grado di interpretare la struttura logica del disco rigido, leggere i dati richiesti e consegnarli all’utente in una forma utilizzabile. Le riparazioni fisiche sono condotte da specialisti nei casi più gravi, ad esempio quando alcune parti elettroniche o meccaniche subiscono un danno.

Esistono diversi centri specializzati nel recupero, ma non tutti dispongono di attrezzature davvero professionali (come le camere bianche). Tra gli specialisti a Roma e in Italia nel recupero dati da hard disk possiamo citare Recovery File.

Cause comuni di perdita dei dati su un hard disk

In generale, il successo complessivo di una procedura di ripristino dei dati dipende, in gran parte, dalla scelta del metodo di ripristino corretto e dalla sua applicazione tempestiva. Ecco perché è estremamente importante comprendere la natura della perdita di dati e sapere cosa è possibile fare in ogni scenario specifico. Al contrario, azioni sbagliate possono portare alla distruzione irreversibile delle informazioni. Le cause più comuni di perdita di dati includono:

  • Cancellazione accidentale di file o cartelle: ogni file system (ossia ogni sistema di gestione dei file) agisce in modo diverso quando si elimina qualcosa. Ad esempio, in Windows il file system FAT contrassegna le voci della cartella come “non utilizzate” e distrugge le informazioni sul posizionamento del file (eccetto il loro inizio). In NTFS solo la voce del file è contrassegnata come “non utilizzata”, il record viene eliminato dalla directory e anche lo spazio su disco viene contrassegnato come “inutilizzato”; la maggior parte dei file system Linux/Unix, invece, distrugge il descrittore di file (informazioni sulla posizione del file, tipo di file, dimensione del file, ecc.) e contrassegna lo spazio su disco come “libero”. Lo scopo principale dell’eliminazione dei file è liberare lo spazio di archiviazione utilizzato dal file per memorizzarne uno nuovo. Per motivi di prestazioni, lo spazio di archiviazione non viene cancellato immediatamente, il che fa sì che il contenuto effettivo del file rimanga sul disco fino a quando questo spazio di archiviazione non viene riutilizzato per il salvataggio di un nuovo file.
  • Formattazione del file system: La formattazione del file system può essere avviata accidentalmente, ad esempio dopo aver specificato una partizione del disco errata o a causa di una cattiva gestione delle ridondanze (i dispositivi NAS, solitamente, formattano l’archiviazione interna dopo un tentativo di riconfigurazione del RAID). La procedura di formattazione crea strutture di file system vuote sulla memoria e, successivamente, sovrascrive qualsiasi informazione.
  • Danno logico al file system: I file system moderni hanno un alto livello di protezione contro gli errori interni, tuttavia, rimangono spesso impotenti contro i malfunzionamenti dell’hardware o del software. Anche una piccola porzione di dati errati scritti in una posizione scorretta sulla memoria può causare la distruzione delle strutture del file system, interrompere i collegamenti agli oggetti e rendere l’intero disco illeggibile. A volte, questo problema può verificarsi a causa di blackout o guasti hardware.
  • Danno fisico: In caso di problemi fisici con l’hard disk (ad esempio, il dispositivo non si avvia, produce rumori insoliti, si surriscalda, incontra problemi con la lettura dei dati, ecc.), è assolutamente sconsigliabile eseguire alcun tentativo di ripristino dei dati autonomamente. È importante, invece, portare il supporto di archiviazione in un laboratorio specializzato per il recupero dei dati.

Come avviene il recupero in caso di danno fisico

Una delle cause più comuni di perdita dei dati a causa di danni fisici è a livello di testina, che è la parte più veloce e delicata del disco rigido. Nei dispositivi più vecchi, il danno fisico al rotore era comune, cosa che si è via via estinta nel tempo, grazie alle nuove tecnologie adottate per gli HDD.

Le testine del disco rigido si librano a una distanza inferiore a un capello sopra il piatto rotante e se l’unità è soggetta a urti fisici, le due possono venire in contatto, danneggiando i componenti. Questo è noto come danno alla testina di lettura/scrittura ed è probabilmente il problema del disco rigido fisico più comune per quanto riguarda i danni fisici.

Il recupero da questo tipo di malfunzionamento è il più complesso e richiede attrezzature estremamente avanzate, a cominciare dalla stanza nella quale è effettuato il disassemblaggio dell’hard disk. Sono chiamate “camere bianche” e sono note per essere così pulite e prive di qualsiasi polvere o entità infinitesimale da risultare più pure delle camere d’ospedale.

È importante proprio a causa della distanza fra la testina e il disco: un granello di polvere sarebbe gigante in confronto e finirebbe per strisciare il disco magnetico. Una volta che è stato possibile accedere alle componenti interne, si valutano eventuali danni alle superfici.

Se assenti, si procede con la sostituzione delle testine, altrimenti si dovrà ricorrere ad apparecchiature specializzate in grado di leggere le informazioni memorizzare sui dischi, decodificarle e memorizzarle in un secondo supporto. Quest’ultimo viene consegnato al proprietario mentre il disco di origine viene distrutto.

Per approfondire, vedere anche: manutenzione dei computer.

Gli HDD possono subire dei danni fisici anche a causa di sbalzi di tensione. Poiché i dischi rigidi non sono in grado di sostenere tensioni più alte rispetto a quelle di progettazione, in caso di sbalzo, ci sono buone probabilità che l’elettronica interna si guasti. Il recupero dei dati di un’unità danneggiata fisicamente da uno sbalzo di tensione può essere semplice e richiedere solamente la sostituzione della scheda elettronica.

Vi sono casi, tuttavia, nei quali è impossibile reperire lo stesso circuito per un dato modello di hard disk, diventando, così, dispendioso in termini di tempo, poiché è necessario sostituire singolarmente i chip. Questo è un processo complicato che può comportare un lavoro di saldatura elettronica avanzata e riprogrammazione degli stessi.

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