Conti correnti, costi in continuo aumento
Il primo approccio al mondo bancario o del risparmio, nonostante le abitudini dei consumatori siano radicalmente cambiate negli ultimi quindici anni, resta sempre uno: l’apertura di un conto corrente, strumento basico sul quale transita qualunque tipo di operazione. Senza di esso, infatti, non si potrebbe usufruire di un’infinità di servizi, dal bancomat alla carta di credito, passando per l’home banking e la domiciliazione delle bollette, solo per citare i più famosi.
Conto corrente, indispensabile e oneroso
La dinamica dei costi dei conti correnti, fino a poco tempo fa, era nettamente al ribasso. Negli anni ’80 e’90, complice l’assenza della rete telematica, le banche potevano attuare dei costi abbastanza sostenuti, spesso compensati, però, da un tasso creditore discreto. Altre epoche, quelle dei titoli di stato a doppia cifra di rendimento, da molti definita un’epopea dorata, ma che di fatto ha contribuito – per quanto concerne BTP, CCT, CTZ e BOT – all’aumento del debito pubblico, pur non essendone ovviamente l’unica causa scatenante.
L’esplosione di Internet, accompagnato dalla nascita dei conti on-line, aveva portato gli istituti di credito ad una netta inversione di tendenza: le offerte di conti correnti a costi contenuti, abbinato ad una maggiore fruizione dei canali remoti a discapito dello sportello bancario, si sono diffusi capillarmente, trovando il gradimento da parte degli utenti.
La grande crisi della fine dello scorso decennio, ed il conseguente abbattimento dei tassi ufficiali attuato dalla BCE nel tentativo di far ripartire l’economia europea, ha comportato una notevole diminuzione per la redditività degli istituti di credito, complice il tasso d’interesse negativo a breve termine.
Poco alla volta, con aumenti annuali costanti apparentemente d’importo irrilevante, nell’ultimo decennio i costi dei conti correnti hanno subito, in alcuni casi, un incremento del 200%, talvolta accompagnato anche da un rialzo dei canoni legati all’utilizzo di bancomat e carte di credito. Un vero e proprio salasso che non ha riguardato solo i clienti allo sportello ma anche i titolari dei conti correnti on-line, mettendo con le spalle al muro buona parte dei risparmiatori italiani.
Conto di base, possibile via di fuga
Qualche istituto di credito, però, ha preservato qualche fascia di utenza da questo massiccio aumento di costi. In alcuni casi, ad esempio, i conti correnti per gli Under-30 sono gratuiti o a costi decisamente contenuti, perlomeno se non vengono agganciati altre tipologie di servizi come – a titolo esemplificativo – carte di credito o trading on-line. Stesso trattamento viene spesso riservato anche agli Over-60 o ai pensionati, con canoni di pagamento agevolati rispetto ai lavoratori. Un fatto resta incontrovertibile: aprire un conto corrente a spese zero, salvo casi rarissimi come quelli poc’anzi descritti, è diventato un’impresa ardua, una vera e propria “mission impossible“.
Un fenomeno, quello dall’aumento di costi, che non è sfuggito all’Unione Europea, che ha attuato una sorta di “moral suasion” sui paesi membri, al fine di ottenere delle agevolazioni significative per le fasce meno agiate. Anche l’Italia, come descritto in questo articolo di stabiachannel, ha aderito all’iniziativa di Bruxelles, concedendo la possibilità di aprire un conto corrente gratuito, comunemente chiamato “conto di base“. Non tutti, però, possono usufruirne e l’operatività è assai circoscritta.