Criptovalute, cosa sono queste famigerate monete elettroniche?
Per i non esperti del settore, intorno alle criptovalute aleggia un’aurea di mistero difficile da comprendere: lo scorso anno persino le banche europee se ne sono interessate, quasi che da un giorno all’altra dovessero soppiantare il denaro tradizionale, ora sono in un vortice negativo che sembra culminerà in un clamoroso fallimento.
Ma cosa sono essenzialmente queste “famigerate” criptovalute?
Le criptovalute sono monete virtuali decentralizzate, ovvero non rientrano sotto il controllo di istituti finanziari o governi.
Dopo il grosso boom dei mesi scorsi, ne esistono diverse e ognuna ha le proprie caratteristiche. Quelle con una capitalizzazione di mercato maggiori sono: bitcoin, bitcoin cash, ether, litecoin, ripple e dash.
Bitcoin è stata la prima criptovaluta decentralizzata, ideata da Satoshi Nakamoto nel lontano 2009, ed ad oggi resta la più famosa. Da quell’anno in poi, è stato un proliferarsi di criptovalute, le cosiddette altcoins, un grande insieme di alternative a Bitcoin.
La criptovaluta è stata progettata con lo scopo di scambiare informazioni digitali attraverso un processo che è stato reso possibile da alcuni principi della crittografia. La crittografia viene utilizzata per proteggere le transazioni e per controllare la creazione di nuove monete.
Teoricamente le criptovalute possono anche essere create attraverso il processo di mining, ma si tratta oramai di un processo fuori della portata dell’utente comune in quanto i normali computer domestici non possono competere con grandi compagnie che impiegano ingenti risorse e hardware specifico.
Dopo un exploit eccezionale, negli ultimi 12 mesi le criptovalute si sono però progressivamente allontanate dai massimi storici toccati tra la fine del 2017 e l’inizio del nuovo anno. Da quota $20.000, solo per fare un esempio, il prezzo del Bitcoin si è riportato fin sotto i $3.500.
Quale sarà il loro futuro? Difficile a dirsi ora, ma lo scopriremo nei prossimi mesi.