FBI, 1.3 milioni di dollari per sbloccare iPhone di San Bernardino

FBI, 1.3 milioni di dollari per sbloccare iPhone di San Bernardino

Lo sblocco dell’iPhone 5C del killer di San Bernardino, Syed Rizwan Farook, è costato all’FBI ben 1,3 milioni di dollari.

Farook era il killer che, insieme a sua moglie,  ha ucciso 14 persone a San Bernardino, in California, il 2 dicembre 2015. Dopo la strage avvenuta all’interno dell’Inland Center, i due spietati assassini sono stati uccisi nello scontro a fuoco con le forze dell’ordine. Lo smartphone del killer, un iPhone 5C, è finito nelle mani degli agenti federali ed ha scatenato un vero e proprio caso mediatico che ha visto da un lato il bureau ansioso di conoscere il contenuto dello smartphone, al fine di agevolare le indagini, e dall’altro il colosso Apple che per dimostrare l’impenetrabile sicurezza dei suoi device si è fermamente rifiutata di decrittare l’iPhone del killer, nonostante l’ordine di un giudice di creare una chiave ad hoc per lo sblocco. Tim Cook, CEO di Apple, ha argomentato il suo rifiuto parlando di un “precedente pericoloso”.

Così, dopo settimane di guerre mediatiche tra il colosso dalla mela morsicata e le autorità degli Stati Uniti d’America, i federali hanno deciso di affidare il lavoro a una parte terza, riuscendo ad ottenere lo sblocco dell’iPhone 5C senza l’aiuto di Apple, anche se questa “consulenza” è costata loro la bellezza di 1,3 milioni di dollari.

A confermare il tutto James Comey, direttore dell’FBI il quale, nel corso di una conferenza sulla sicurezza a Londra, ha risposto alla domanda sulla cifra spesa dai federali per ottenere l’agognato sblocco dell’iPhone: “Un sacco di soldi. Sicuramente più di quanto guadagnerò in quanto mi resta da lavorare in questo incarico, ossia sette anni e quattro mesi, ma ne è valsa la pena”. Il Wall Street Journal ha calcolato la cifra dichiarata da Comey che, come direttore dell’Fbi, percepisce uno stipendio di 180 mila dollari l’anno, moltiplicato per 7,3 anni fa circa 1,3 milioni di dollari.

L’ultima frase di Comey ha lasciato intendere che qualcosa di utile alle indagini nell’iPhone di Farook forse è stata trovata, ma il direttore dell’FBI non ha rilasciato ulteriori dettagli, così come non si è espresso su chi ha sbloccato il device. Circolano due ipotesi in merito al responsabile dello sblocco: c’è chi pensa che sia stato merito della società israeliana Cellebrite e chi invece crede che sia stata opera di un hacker professionista.

Sempre nel corso della conferenza di Londra, Comey non ha risparmiato una frecciatina a WhatsApp, l’applicazione di messaggistica istantanea di Zuckerberg, che di recente ha aggiornato la crittografia delle chat applicando la crittografia “end to end”. Il direttore dell’FBI ha riconosciuto che tale misura di sicurezza può risultare positiva per i diritti umani e le persone che vivono sotto una dittatura, ma “ci sono oltre un miliardo di persone nel mondo che utilizzano WhatApp, e purtroppo anche un numero significativo di criminali e terroristi. Questo è un problema”, ha commentato.

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