Smartphone, come e perché possono provocare il cancro
Ultimo studio italiano sugli smartphone: a certe condizioni possono anche provocare il cancro
Se ne dicono tante tutti i giorni circa la salute, spesso senza alcun fondamento scientifico. Certe notizie che circolano sul web, come quelle sui vaccini che portano l’autismo, hanno lo stesso valore e la stessa attendibilità dei suggerimenti della signora della porta accanto, pressoché onnisciente quando si tratta di dispensare consigli su come dobbiamo curarci, sulle cose che dobbiamo e non dobbiamo fare.
Ed è proprio qui il problema. Non si ha la capacità di valutare correttamente la notizia che appare in rete, propalata dal web. Si tende a non approfondirla e a prenderla per buona nella migliore delle ipotesi; nella peggiore si fa la corsa a chi la replica per primo, sperando che altre persone la leggano prima possibile e confidando nel fatto che si è stati bravi a mandarla in giro prima degli altri.
Tutto questo non è solo superficialità, si chiama analfabetismo funzionale. Vale a dire l’incapacità o la scarsa attitudine di comprendere un testo, nonché quella di scrivere e di parlare correttamente.
Ma fortunatamente gli studi scientifici, le statistiche e quant’altro tendono a ridurre questa condizione di “inferiorità intellettuale”, perché costituiscono, naturalmente se accreditati, un saldo appiglio per sviluppare i ragionamenti. Ma attenzione anche qui.
C’è chi guarda il cielo perché fa l’astronomo, e c’è chi guarda il cielo perché crede negli ufo. C’è chi studia l’atmosfera perché fa il meteorologo e chi scruta il cielo in cerca delle famigerate e inesistenti scie chimiche prodotto di chissà quali complotti bellici. Insomma, bisogna usare il cervello: come diceva il poeta, non fummo creati per vivere come bruti, ma per seguire virtù e conoscenza.
E veniamo al punto, perché è particolarmente importante. I cellulari fanno male alla salute?
Finora sono stati fatti diversi studi, tuttavia certezze a disposizione non ne avevamo, e forse ancora non ne abbiamo. Comunque, con il passare del tempo, abbiamo cominciato a capire meglio alcune cose circa le emissioni di radiofrequenza che provengono dagli smartphone e apparecchiature simili.
Intanto, più la frequenza è alta, e maggiore è la possibilità che le onde radio possano nuocere alla salute. Poi c’è il fattore vicinanza: se l’emissione si trova a qualche centimetro dal cervello, ad esempio, la probabilità che queste emissioni facciano male, aumenta. Così come conta anche il tempo di esposizione alle onde radio: più è lungo e peggio è. Da ultimo, c’è l’intensità dell’emissione, in buona sostanza la potenza.
Per rendere la cosa ancor più comprensibile, se io parlo quotidianamente col cellulare attaccato alla testa per molte ore al giorno, qualche domanda sulla potenziale dannosità del tutto, dovrò pur farmela.
Ma si attendava un conforto più o meno probante a questa supposizione; e il conforto, purtroppo, è arrivato. La ricerca è stata recentemente pubblicata dall’Istituto Ramazzini, e ha riguardato più di duemila ratti soggetti all’esposizione radio su frequenze molto elevate, dell’ordine di 1.8 GHZ, tipiche della telefonia mobile.
I ratti sono stati sottoposti per circa 19 ore al giorno a queste radiofrequenze. Il risultato è che si sono riscontrati aumenti statisticamente significativi nell’incidenza tumorale. Per i ratti maschi, aumentano i tumori maligni al cuore, per le femmine al cervello.
A tal proposito Fiorella Belpoggi, direttrice dell’Area Ricerca dell’Istituto Ramazzini e coordinatrice dello studio, ha affermato: “Sulla base dei risultati comuni con NTP, riteniamo che l’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) debba rivedere la classificazione delle radiofrequenze finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni”.
Bastano semplici misure sugli apparecchi, come un auricolare a molla incorporato nel telefono, oppure segnalazioni di pericolo affinché l’apparecchio venga tenuto lontano dal corpo, come prime misure urgenti per correre ai ripari. Insomma, si deve passare dalla possibilità alla probabilità che i cellulari facciano male alla salute. Il che francamente non è poco.
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