Tracce di tsunami su Marte
Anche su Marte c’erano gli tsunami, lo hanno scoperto alcuni scienziati i quali hanno pubblicato i loro risultati su Scientific Reports.
Uno degli autori della scoperta, Alberto Fairén del Centro di astrobiologia di Madrid ha spiegato che “Circa 3,4 miliardi di anni fa l’impatto con un grande meteorite, capace di aprire un cratere di 30 chilometri di diametro, causò il primo tsunami. Quest’onda era formata da acqua liquida che nel suo rifluire verso il mare scavò dei canali”.
Qualche milione di anni dopo, il clima del Pianeta Rosso si raffreddò, trasformando parte dei suoi oceani in distese di ghiaccio “Il livello del mare si abbassò e disegnò una nuova linea costiera”, fu allora che arrivò il secondo meteorite che cadde sul ghiaccio, scagliandolo sulla terraferma. Essendo acqua allo stato solido, l’impatto lasciò impresse sul suolo di Marte le tracce del cataclisma. “Abbiamo evidenze forti che nelle prime fasi della storia di Marte esistessero oceani freddissimi. E’ difficile immaginare che le sue spiagge somigliassero a quelle della California. Dobbiamo piuttosto pensare ai Grandi Laghi durante un inverno particolarmente rigido”, ha aggiunto Fairén.
“Nel periodo di tempo fra i due tsunami il livello dell’oceano si ritirò per formare una costa bassa, mentre il clima diventava significativamente più freddo. La prova del cambiamento climatico è riflessa nella morfologia dei depositi degli tsunami. Lo tsunami più antico ha portato con sé enormi quantità di massi e macigni, che quando l’onda ha iniziato a ritirarsi verso il mare hanno scavato canali di riflusso”, ha spiegato Alexis Rodriguez, primo firmatario dell’articolo.
Non è la prima volta che gli scienziati ipotizzano la presenza di antichi tsunami su Marte. Già nel 2010 in uno studio avevano mostrato alcune zone del Pianeta dove sembrava vi fossero le impronte di onde da tsunami. A seguito dello tsunami in Giappone del 2011, Rodriguez ha cominciato a supporre l’esistenza di tsunami marziani proprio mentre studiava nei dettagli la costa orientale nipponica. Nel suo studio notò che il cataclisma aveva lasciato strutture simili a quelle che si possono osservare dove gli altopiani marziani, noti come Arabia Terra, passano alle pianure di Cryse Planitia, zona dove si ipotizza l’esistenza di un antico oceano.